LA PRONUNCIA
Introduzione
Prima di addentrarci nello studio vero e proprio, ovvero nello studio del sillabario
kana, è necessario comprendere altri concetti fondamentali di questa lingua, a cominciare dalla pronuncia.
Questa esaustiva lezione sarà interamente dedicata alla fonetica o più semplicemente alla pronuncia (
hatsuon in giapponese) e ai suoni distintivi che costituiscono i mattoni fondamentali per poter comunicare nella lingua parlata.
A tutti sarà capitato, almeno una volta, di ascoltare un giapponese e di rendersi conto quanto sia differente il suono della loro lingua dalla nostra. Un aspetto peculiare della pronuncia giapponese è la sua uniformità e omogeneità di tono, tanto da sembrare una lingua piatta e monocorde.
Questo non è sempre vero, ma in parte la si potrebbe definire così, senz'alcuna accezione negativa. Difatti, il giapponese è una lingua isòcrona, cioè le sillabe che costituiscono una parola hanno tutte la medesima durata e si pronunciano con lo stesso intervallo di tempo. Nella lezione precedente ho accennato alla "mora", l'unità di suono usata in fonologia, che determina la quantità di una sillaba, spesso determinando anche l'accento.
Nel caso del giapponese, le sillabe avranno tutte la stessa durata. E' per questo che ascoltando, ad esempio, un telegiornale -dove il linguaggio è ben scandito, molto chiaro e volutamente privo di particolari inflessioni- si avrà la netta sensazione che le frasi siano un complesso omogeneo di suoni; volendo renderla in senso figurato, un po' come un'automobile che si muove in linea retta a velocità costante senza accelerare, né decelerare.
Questo è un concetto fondamentale da tenere a mente, ma è bene anche ricordare che qui si parla di "durata" del suono e non di inflessioni o altezza del suono.
Basterà ascoltare le voci di un film per rendersi conto che l'altezza del suono varia di continuo, passando da toni ascendenti a toni discendenti, pur mantenendo sempre la stessa durata nel pronunciare le sillabe, a prescindere dalla velocità con la quale si parla.
Ogni singola sillaba, perciò, sarà da considerarsi come un singolo battito ritmico, scandito dalla successiva.
Se la parola sarà composta da quattro sillabe, avremo quattro battiti (se preferite, le "morae") della stessa durata, come nel cognome
Kurosawa:
KU - RO - SA - WAImmaginate di scandire il tempo di una semplice canzone: 1, 2, 3, 4...1, 2, 3, 4...
E' evidente che ogni battito avrà la stessa durata, quindi il discorso si potrà applicare alle sillabe. Certo, parliamo solo di tempo, non di melodia.
Questo cognome -che ho volutamente utilizzato per l'esempio, perché, come quasi tutti sanno, si tratta del famoso regista
Kurosawa Akira- l'avrete sentito pronunciare mille volte in Tv.
Ed è appunto per questo che l'ho usato. Tutti, con rare eccezioni, sbagliano a pronunciare nome e cognome (o cognome, nome, come ho scritto io per rispettare l'ordine di scrittura giapponese) perché si tende ad "allungare" la durata di alcune sillabe: la sillaba
sa nel caso del cognome; la sillaba
ki nel nome.
Per rendere l'idea si potrebbe scriverla così:
Kurosaawa Akiira.
Così pronunciata, come in effetti l'italiano normalmente fa, l'accento cade naturalmente sulla vocale
a del cognome e sulla
i del nome, allungando, di conseguenza, la durata stessa della sillaba e snaturando la pronuncia originale.
In realtà, la giusta pronuncia è più vicina a una cosa di questo tipo:
Kurosawa Akira.
In questo specifico caso, è un po' come se le vocali finali risultassero, lo dico impropriamente, "accentate", perché il tono che "fluisce" lungo l'intera parola costituita da suoni della stessa durata, finisce col cadere sull'ultima sillaba. Ciò la rende, appunto, "accentata" alle nostre orecchie.
Non è sempre così, poiché in giapponese esistono le vocali lunghe e le vocali corte, e vi sono variazioni di tono che possono determinare alcune differenze.
Ma, in linee generali, questa è l'idea che sottintende alla pronuncia nelle sue componenti principali.
Qualora alcune cose non dovessero risultare subito chiare, non preoccupatevi. Le capirete al volo non appena comincerete a mettere le mani sul sillabario e a comprendere come si formano le parole.
L'unica cosa che dovete davvero ricordare per ora è:
le sillabe hanno tutte la stessa durata di suono.
E presto impararete a capire come funziona esattamente il meccanismo.
Le sillabe e i suoni
Le sillabe
Parliamo ora delle sillabe e del modo in cui vengono composte. Per rendere il compito meno arduo ho preparato uno schema molto semplice riguardante i diversi tipi di sillabe, seguito da una lista dei fonemi o suoni, per dirla più semplicemente, presenti nella lingua giapponese contemporanea con i quali queste si formano.
Le sillabe giapponesi sono "sillabe aperte", ovvero sillabe terminanti per vocale. In tutto abbiamo sette tipi di sillabe, suddivisibili in due gruppi.
<---------->
Primo gruppo - generaleTipologie:1a) Consonante + Vocale (il più comune)
Esempio: "
sa"
1b) Consonante + Semi-vocale + VocaleEsempio: "
kya"
1c) Semi-vocale + VocaleEsempio: "
ya" o "
wa"
1d) VocaleEsempio: "
a"
Secondo gruppo - speciale (suoni sillabici)Tipologie:1a) Suono sillabico nasaleEsempio: "
n" di "
saN"
1b) Consonante doppiaEsempio: "
-pp-" di "
niPpon" (trad: Giappone)
*
N.b.: La sillaba che si utilizza per avere raddoppiamento consonantico in giapponese non fa parte del sillabario. E' una sillaba speciale e utilizzata per questo specifico caso. Il raddoppiamento come tale è ben distinto nel suono, ma non viene contemplato nella forma come sillaba del kana.1c) Sillaba speciale - seconda sillaba in una vocale lungaEsempio: "
-aa-" di "
okaAsan" (trad: mamma)
*
N.b.: Anche in questo caso, la vocale lunga è considerata come un particolare tipo di conformazione sillabica, non contemplato nel sillabario kana. Sono vocali lunghe, come "aa, oo, ou, ee" ecc., che si formano dall'unione di due vocali.In altre parole, non troverete le vocali lunghe o il simbolo per il raddoppiamento nella tabella del sillabario
kana, ma si tratta di segni o costruzioni che verranno studiate a parte per comporre le sillabe in un certo modo e poter riprodurre quei suoni particolari: raddoppiamento, allungamento, ecc.
Inoltre, ci son da fare ancora una paio di annotazioni su questi due gruppi. E' bene ricordare che le
semi-vocali, la "
y" ad esempio, possono essere seguite solo dalle vocali "
a,
u,
o" (ovvero le sillabe del
kana:
ya - yu - yo).
Nel gruppo generale alla voce
(1b) l'unica
semi-vocale possibile sarà solo e sempre la
y, come in
kya,
ryo,
nyu, ecc.
Infine, tutti i suoni sillabici del secondo gruppo speciale
non potranno mai apparire da soli, ma saranno sempre elemento costituente di una o più sillabe.
La consonante "
n", come singola parola, è l'unico caso di sillaba presente nel
kana che non esiste come termine a sé stante. Ma su questo ci torneremo più in là, quando studieremo il sillabario.
I suoni
Vediamo quali sono ora i suoni fondamentali -consonanti, semi-vocali e vocali- con i quali si formano le sillabe presenti nel
kana.
Qui si parla di
fonemi, suoni costituenti un'unità fonologica dotata di carattere distintivo, ovvero di elementi foneticamente differenti fra loro che, combinati, costituiscono parole differenti.
Questa è la definizione, ma volendo semplificarla diremo che si tratta di unità di suono autonome, come lo sono le vocali e le consonanti del nostro alfabeto.
I fonemi del giapponese moderno includono 14 consonanti, 2 semi-vocali e 5 vocali.
Osserviamo questo specchietto riassuntivo:
a) Consonanti: k - g - s - z - t - c (ch) - d - n - h - b - p - m - r - g (nasale)b) Semi-vocali: y - wc) Vocali: a - i - u - e - o*
N.b.: Le vocali sono presenti come sillabe, le prime che imparerete, nel kana. Inoltre, l'ordine con il quale le ho scritte non è casuale (a, i, u, e, o), perché è esattamente lo stesso ordine "alfabetico" per ogni categoria di sillabe, utilizzato anche in molti dizionari. Un po' come i nostri dizionari che vanno dalla A alla Z, i dizionari giapponesi vanno dalla sillaba a alla sillaba wo, l'ultima del sillabario kana.Vediamo adesso la pronuncia di questi fonemi o dei suoni base derivanti dall'unione di alcuni fonemi. In
spoiler ho inserito link ad alcuni file audio per ascoltare come vengono effettivamente pronunciate queste tre diverse tipologie. Vi consiglio di aprire sempre il link in una nuova scheda o finestra. Se non dovessero funzionare e dovesse uscire semplicemente il sito dal quale li ho prelevati, come capita a me con alcuni, fate copia-incolla del link nella barra degli indirizzi in alto e caricateli. Così potrete ascoltarli. Inoltre, vi suggerisco di prestare bene attenzione alla durata delle singole sillabe per cominciare a familiarizzare con il concetto spiegato all'inizio di questa lezione. L'elenco segue il nostro ordine alfabetico:
Consonanti:b - Pronunciata in maniera molto simile all'italiano, solo più leggera.
ch - La consonante
c non esiste come suono a sé stante in giapponese, ma solo nella forma
ch, ovvero dall'unione dei fonemi
c e
h. Si pronuncia come la
c dolce di
cielo.
d - Pronunciata come in
dado, ma più dolcemente.
f - Non è inclusa fra i fonemi elencati, perché è compresa nel fonema
h. Riprodurne il suono non è facile, perché non è una semplice
f. Tanto per cominciare il labbro inferiore e gli incisivi superiori non devono toccarsi. Per pronunciare questa particolare
f cercate di muovere all'indietro il labbro inferiore, mentre "soffiate", il risultato dovrebbe migliorare ancora. Se non ci riuscite però non dannatevi e pronunciatela possibilmente senza che i denti tocchino il labbro inferiore (basta un po' d'esercizio).
La troviamo nel
kana solo come sillaba
fu.
g - Pronunciata come la
g di
gatto a inizio parola. Solitamente pronunciata come
g nasale quando non è a inizio parola, ma per ottenere la pronuncia corretta in quest'ultimo caso ci vuole un po' di esercizio.
h - Sempre aspirata. Questo suono non è presente in lingua italiana, ma è molto simile alla
h del verbo inglese
have o del sostantivo
house ecc. Seguita dalla vocale
u diviene la sillaba
fu del
kana, di cui abbiamo parlato poc'anzi.
j - Non inclusa fra i fonemi, poiché derivante dal suono
g pronunciato come la
g dolce di
gioco.
Non viene pronunciata esattemente come la nostra
g dolce, ma è una specie di via di mezzo fra quest'ultima e la
j del francese
je. Non pronunciatela mai interamente alla francese, come fanno molti italiani, specialmente nei telegiornali o nelle telecronache sportive, perché è una pronuncia errata.
Ascoltate il file attentamente per cominciare a farvi un'idea.
k - Pressoché uguale alla pronuncia che conosciamo. Solo un po' più "soffiata", cioè accompagnata da una leggera emissione d'aria quando viene pronunciata.
m - Come in italiano.
n - Come in italiano, quando è seguita da vocale e forma una delle cinque sillabe del
kana (na, ni, nu, ne, no - notare l'ordine che segue lo stesso delle vocali come vi ho detto in precedenza: a, i, u, e, o).
Pronuncia nasale quando è sillaba autonoma. Come ho già spiegato è l'unica consonante singola ad apparire come sillaba del
kana, ma al tempo stesso a non costituire un termine a sé stante perché dev'essere sempre seguita o preceduta da altri elementi.
p - Pressoché uguale alla pronuncia italiana.
r - Questo suono è completamente diverso da quello che conosciamo. La lingua non si flette all'indietro per produrre una vibrazione a contatto col palato, ma lo tocca leggermente poco al di sopra degli incisivi superiori producendo un suono vicino alla
d in italiano. E' necessario non spingere la lingua verso o contro gli incivisi superiori per evitare di pronunciarla esattamente come la nostra
d. Il suono, se vogliamo, è una via di mezzo fra un
r e una
d. Inoltre, la consonante
r può essere anche pronunciata
l, come la
l di
luce; si sente spesso nelle canzoni, testi poetici o recitati e così via. Questo tipo di pronuncia è più comune fra le donne.
Esistono anche casi in cui la
r viene pronunciata in maniera molto simile all'italiano, specialmente nel linguaggio più vernacolare o aggressivo. Basterà ascoltare i personaggi di molti
anime di
Nagai per riuscire a udire una
r "vibrata". Ma, solitamente, i giapponesi sono incapaci di pronunciare questo tipo di consonante alla nostra maniera e incontrano grosse difficoltà in italiano, sempre relativamente alla pronuncia (ma non solo), per questo motivo.
Avremo modo di riparlarne.
Ad ogni modo, atteniamoci alla pronuncia base di cui parlavamo. Ascoltate attentamente i file audio.
s - Come la
s sorda in
sasso. Se è seguita dalla vocale
i abbiamo la sillaba
shi di cui si parla poco più in basso. Seguita dalle altre vocali avremo le restanti quattro sillabe con questa consonante con la
s pronunciata come in
sasso.
Le cinque sillabe:
sa,
shi,
su,
se,
so.
sh - Suono distintivo derivante dall'unione dei fonemi
s e
h. Come accennato poc'anzi, la pronuncia è differente. Difatti è simile alla
sc di
scivolo, ma nel complesso molto meno marcata.
t - Pressoché uguale alla pronuncia italiana.
ts - Altro suono distintivo formato dall'unione dei fonemi
t e
s. Come sillaba appare nella forma
tsu, unica presente con questo suono. L'avrete sentita pronunciare migliaia di volte, in questo caso quasi sempre correttamente, con la parola
tsunami.
z - Come la
z dolce o sonora di
zaino. L'importante è che non sia "troppo" sonora. In ogni caso, è molto facile pronunciarla per un italiano.
Semi-vocali:w - Simile alla
u in italiano.
E' sempre seguita dalle vocali
a e
o con le quali forma le due sillabe del
kana:
wa e
wo.
La prima sillaba è presente nella formazione di moltissime parole, mentre la seconda esiste solo come particella per il complemento oggetto e pronunciata solitamente
o, come la vocale, e per questo spesso traslitterata
o in
rōoma-ji, al posto del meno comune
wo.
y - Come la
i in italiano.
E' sempre seguita dalle vocali
a,
u,
o con le quali forma le tre sillabe del
kana:
ya,
yu e
yo, rispettivamente pronunciate
ia,
iu,
io con la seconda vocale accentata.
Vocali:Le vocali in giapponese sono cinque come in italiano e pronunciate pressappoco allo stesso modo con alcune eccezioni. Preferibilmente andrebbero memorizzate nell'ordine
a - i - u - e - o per i motivi che ho spiegato in precedenza.
Tuttavia, c'è da aggiungere qualcosa a riguardo. Queste vocali vanno pronunciate tendenzialmente "chiuse". Si deve evitare di aprire troppo la bocca, altrimenti come conseguenza le vocali risulteranno troppo "aperte". Avrete notato tutti, guardando i giapponesi parlare, l'abitudine a non aprire molto la bocca o ad allargare le labbra. E' anche per questo che loro tendono a pronunciare le vocali molto chiuse.
In ogni caso, qui di seguito ho inserito i file audio per le cinque vocali in modo che possiate ascoltarle e cogliere le differenze con le vocali nella nostra lingua.
Vi sarete resi conto, ascoltando, che le vocali vengono pronunciate chiuse e che vi sono un paio di differenze con l'italiano.
Le vocali
i e
u, la seconda in particolare, sono pronunciate senza arrotondare le labbra e ciò risulta chiaro dall'ascolto. Inoltre, queste due vocali tendono a diventare "mute" o parzialmente "mute" quando sono precedute o si trovano fra due consonanti "pure", ovvero non sonorizzate, come, ad esempio,
k,
s o
h.
Questo avrà come risultato una caduta dell' "accento" sulla sillaba precedente o successiva, a seconda del vocabolo.
E' il caso di parole come
aki, "autunno", o
musuko, "figlio".
Nel primo esempio, la vocale
a risulterà accentata, in virtù del fatto che la vocale della sillaba
ki risulterà parzialmente accennata; nel secondo esempio, sarà la vocale
o a risultare accentata, poiché avremo la
u di
su quasi totalmente muta.
Non è proprio necessario comprendere questo meccanismo -anche se è pur sempre utile avere un'idea di certe cose- perché il modo corretto di pronunciare le parole si apprende con l'ascolto. Per questo vi suggerisco di riascoltare i vocaboli visti sin qui per comprendere meglio come le vocali si comportano in casi molto differenti fra loro.
Ad ogni modo, qui di seguito vi sono i due file audio relativi agli esempi appena visti.
Credo che quanto spiegato finora vi abbia già dato un'idea molto sostanziosa della lingua nei suoi tratti generali, almeno per ciò che riguarda le basi.
Ci saranno altri argomenti da trattare per completare questa vasta introduzione alla lingua, prima di affrontare lo studio vero e proprio.
Questa lezione era un po' più tecnica e complessa rispetto alla precedente, ma so di parlare con gente adulta e vaccinata, e soprattutto molto intelligente e con una certa cultura. Altrimenti, avrei posto tutto in termini molto più semplici e immediati. Ma in questo modo, a mio parere, avrete la possibilità di farvi un quadro davvero completo della lingua nei suoi stadi iniziali e organizzare delle solide basi per quello che verrà. Non dovete imparare tutto in un giorno e una notte, ma dovrete leggere e rileggere per comprendere meglio i vari punti. Qualora aveste bisogno di chiarimenti basterà chiedere nell'apposita discussione e farò di tutto per soddisfare ogni vostra esigenza a riguardo.
Tuttavia, spero di essere stato non solo esauriente, ma soprattutto chiaro nonostante la complessità dell'argomento. Purtroppo, la lingua giapponese è molto complicata in alcuni suoi aspetti e per evitare che questi diventino ancora più complicati è bene cercare di affrontare queste difficoltà sin dall'inizio.
Credetemi, dopo che avrete davvero appreso tutto questo
pot-pourri di argomenti sulle basi della lingua e avrete dipinto un quadro mentale di come tutto funziona, vi verrà tutto più facile, perché sarà semplicemente tutto più familiare.
Ma ci vuole un po' di tempo per assimilare i concetti e le cose è inutile farle a metà.
E' necessario ripassare...
Un consiglio
Appunto, visto che è necessario ripassare, più che un consiglio vi do una piccola lezioncina da fare. Immagino che vi piacerà, perché dovrete studiare seguendo il vostro argomento preferito: i personaggi di
Nagai.
Vi spiego brevemente di cosa si tratta. In questa sezione, come ben sapete, sono presenti molti testi tradotti di sigle giapponesi delle varie serie, corredati di versione traslitterata, quindi in
rōoma-ji (ripeto spesso i termini non perché vi voglio male, ma per far sì che li imprimiate nella mente in modo indelebile
), e di traduzione.
Ebbene, vi suggerisco (anzi, ve lo impongo...se volete imparare
) di ascoltare le sigle seguendo la forma traslitterata in basso. Diversamente da quanto avete fatto finora, magari semplicemente leggendo qua e là e canticchiando come meglio veniva, tenete bene a mente quello che avete studiato, mettete a confronto i vari suoni, cercati di comprenderli e di cogliere le caratteristiche di cui vi ho parlato.
All'inizio sarà difficile riuscire a percepire determinati suoni, ma con l'aiuto della traslitterazione e con un po' d'impegno, comincerete a ottenere ottimi risultati.
Vi consiglio di ascoltare prima tutta la canzone seguendo il testo nel tentativo di riuscire a percepire subito i suoni che avete appena studiato.
Poi, di volta in volta, cominciate ad ascoltare singoli pezzi fin quando non sarete capaci di sentire quella sillaba e la sua pronuncia più familiari. Insomma, dovete cominciare a fare l'abitudine con la lingua, sempre in proporzione a quello che dovrete imparare in questo breve corso (se poi continuerà, tanto meglio), in maniera quantomeno sufficiente.
I testi di canzoni sono molto utili, proprio perché è divertente apprendere così, soprattutto se si tratta dei propri beniamini o della propria passione. Un'ultima cosa da dire è che non dovete farvi ingannare dal modo in cui certe sillabe vengono pronunciate, magari diversamente da quello che avete studiato: ricordate che si tratta di canzoni e come in italiano, il ritmo ha la precedenza sulla "dizione".
Ma anche in questo caso, io sono qui apposta per dissipare tutti i vostri dubbi.
Basterà chiedere e sarà dato.
Bene, buon divertimento (speriamo
) e alla prossima lezione!
Edited by MusashiMiyamoto - 25/2/2015, 18:01